Storia dell'italiano

Storia dell'italiano

Storia della lingua italiana, dalla nascita dell’Italia come nazione

I. La costruzione/evoluzione di una lingua nazionale

L'Italia come nazione e la lingua nazionale nacquero nella seconda metà dell' ottocento. Esisteva una lingua scritta letteraria ma non una lingua parlata comune a tutti. Comunque, all' unificazione (1860) 18 % del popolo sapeva firmare e 10 % sapeva legge- quelli sono i due criteri per definire l'alfabetismo. La classe media borghese (professionisti, medici, ecc) leggeva ma le donne sempre aveva un'istruzione casalinga.
Il territorio non era unito e nell'Italia meridionale, c'erano tre classi sociali: i grandi latifondista (una minorità); i braccianti, uomini analfabeti che vendevano le braccia e che avevano una grande insicurezza lavorale; e la classe media (medici, ufficiali). L'Italia meridionale, dove l'analfabetismo era più alto, usciva dal più retrogrado governo dell'Italia, quello dei Borboni. L'Italia centrale (Lazio, Umbria, Marche, Emilia) usciva dallo stato pontificio con una burocrazia ecclesiastica; benché Perugia fosse sotto questa dominazione ecclesiastica sempre aveva delle istituzioni laiche. C'era una situazione intellettuale superiore a quella del meridione perché lo Stato della chiesa incoraggiava l'istruzione elementare per imparare a leggere e scrivere. Il Concilio di Trento aveva delle conseguenze pessime- la persecuzione e l'istituzione dei libri proibiti ma anche delle conseguenze positive: l'istituzione dei registri (battesimi, matrimoni, ecc) obbligatori parrochiali (il nucleo elementare della comunità cattolica) e la riforma del catechismo. Per favorire la lettura venne incoraggiata la scuola e una forma di lingua uguale per tutti, un esempio di questa lingua veniva usata nel catechismo. La Toscana aveva una situazione diversa dalle altre regioni. L'Italia settentrionale aveva una varietà di situazioni diverse. Il regno di Sardegna aveva molto analfabetismo. Il Piemonte voleva staccarsi dal francese ed incominciò un processo di toscanizzazione. La Lombardia ed il Veneto erano sotto l'Austria con Napoleone. C'era un maggiore incremento del uso del francese. Così, l'Italia all'unificazione era un' Italia spezzata culturalmente, linguisticamente e storicamente.

Il latino era una lingua unitaria, diffusa in un modo molto penetrante, accompagnata da una politica militare, ma quando cadde Roma, incominciò la frammentazione linguistica e lo sviluppo dei volgari. Dal quinto secolo dopo Cristo fino al 1860, l'Italia era stata governata da stranieri (la Sicilia, la dominazione araba; Il ducato Longobardo nell'Italia centrale ed a Benevento; i galli ed i celti nel nord, ecc). Il dialetto siciliano ha una mescolanza diversa dal settentrionale: forme lessicali arabe, per esempio. Perfino in Sicilia c'è una divisione geografica e linguistica- a Palermo c'erano i fenici ed a Messina i greci.

Nel 1860, l'italiano era una lingua scritta letteraria, usata dagli alfabeti, ma la maggioranza della gente non la parlava. C'erano i dialettofoni ed il problema fondamentale era creare una lingua nazionale.
Si incominciò una discussione di letterati che dovevano stabilire una varietà di italiano. Il capo della commissione fu Alessandro Manzoni che affermava che i francesi avevano una lingua scritta che corrispondeva alla lingua parlata, basata sulla parlata di Parigi, la capitale; ed i tedeschi, altra nazione giovane, aveva una lingua nazionale. La situazione italiana- c'era una lingua scritta ma non una unica parlata. Un grosso problema era quello del vocabolario- l'Accademia della Crusca voleva un vocabolario basato sulle opere trecentesche. Manzoni voleva che l'italiano parlato fosse il fiorentino della borghese e che tutti i bambini lo imparassero a scuola e dopo la scolarizzazione, fossero andati in Toscana. La seconda commissione, quella dei Fiorentini, voleva un fiorentino parlato trecentesco.

Isaia Graziadio d'Ascoli aveva altra visione. D'Ascoli, illuminista, diceva che Manzoni era un romantico e nazionalista che non capiva niente. I principi di d'Ascoli erano 1) tutte le lingue sono uguali, 2). tutte sono uguali brutte o belle 3). nessuno può imporre una lingua, il popolo è libero di scegliere e una legge non farà che tutti parlino fiorentino e 5). La Francia e la Germania non avevano la stessa situazione dell'Italia. Il francese, aveva 500 anni per diventare lingua nazionale. La Germania, benché divisa come l'Italia, ha avuto la riforma protestante e la Bibbia, scritta in un tedesco conosciuto da tutti, aiutò a formare una lingua nazionale tedesca. L'Italia era giovane e cattolica- la lingua ufficiale comune fra tutti era stata il latino, non il italiano. Né Manzoni né d'Ascoli ha vinto.

II. Come mai si è stato imparato l'italiano?

1. La scuola. Lo stato confiscò i conventi e la legge mandò la frequenza obbligatoria e gratuita. Tutti i bambini dovevano andare a scuola e si cercavano insegnanti in Toscana. Solo bastava essere toscana, perfino analfabeta, per essere maestra. La prima generazione dopo l'unificazione imparò l'italiano toscano e riconoscette l'importanza dell'alfabetizzazione. Il dialetto si parlava a casa (era un grosso errore scrivere in dialetto) ma era lingua proibita e molti dialetti sono stati persi. Anche le scuole seriali per adulti dopo il lavoro.

2. I libri ed i giornali: I Promossi Sposi ed i Sillabari

3. Gli insegnanti- Le magistrali erano scuole per fare le maestre. Un uomo non poteva mantenere una famiglia così, ma era la prima professione per donne.

4. Il servizio militare. Tutti i maschi di 18 anni soggetti alla leva facevano parte ad un'emigrazione interna. La mescolanza di tutti i dialetti motivò l'uso di una lingua di base comune. La motivazione forte sempre è il bisogno. Dopo, importavano a casa quella lingua di base. C'era una lotta per portare i giovani all'esercito: due anni di servizio militare. Il servizio militare era la maledizione del Meridione però obbligò la mescolanza di soldati e ufficiali.

5. Il voto. Una legge del 1882 (anno in cui morì Alessandro Manzoni) dava il diritto di voto ai maschi alfabetizzati. Le donne in Italia hanno il diritto di voto dopo la seconda guerra mondiali. I partiti di massa erano la democrazia cristiana ed i socialisti.

6. L'emigrazione. La politica sbagliata dell'Italia- lasciare il sud agricola e il Nord industrializzato. Il risultato- un'emigrazione interna ed all'estero. Incide anche nell'unità linguistica. Emigra il giovane maschile, bracciante, dialettofono che doveva trovare una lingua base ed elementare di communicazione - o bere o affogare. L'emigrazione interna aiuta a mescolare il lessico: la pizza, i maccheroni, lasagna ed il risotto ed il pandoro. (A tavola l'Italia si unisce con gioia.) L'emigrazione all'estero. Gli emigranti risparmiano come disperati e mandano tutti i soldi in Italia per comprare casa, terra e mandare i figli a scuola. (La malattia del mattone. ) L'emigrazione all'estero- gli emigranti scrivono in italiano alla famiglia.

7. I gazzettini ed i giornali del Settecento e Ottocento aiutarono a codificare una lingua uguale e semplice- una lingua media per tutti. I giornali erano gratuiti per la pubblicità. C'erano due situazioni: la pubblicità locale e la pubblicità di annunci matrimoniali "CERCASI MARITO". Nel settecento, i giornali nel veneto di diffusione limitata sono giornali di pettegolezzi letterari. L'almanacco- 2 -3 foglie di santi, ricette, proverbi e notizie. Pietro Verri fondò il giornale politico IL CAFFÉ. Cesare Beccaria fu l'ispiratore. Nel ottocento nacque in Francia l'inserzione pubblicitaria- annunci della signora che cercava marito, per esempio. Uno scandalo- una cosa vergognosa però aumentava il numero di donne che cercava marito. Le journal des dames- le signore non devono leggere la politica.

La pubblicità locale: casa, macchina(cavallo), lavoro- un sistema locale (per esempio Stagnino a Firenze e stagnaro a Roma) linguistico diverso che usa il minimo delle parole possibili - lo stile nominale elimina il verbo ed articoli; i titoli dei giornali sono a difetto. Anche la pubblicità serve a dire il minimo possibile, così si rimane nel vago e la gente compra il giornale. Un pronome atona non può iniziare una frase- CERCASI è una parola, non due. Nasce un codice per risparmiare ma anche nasce un lessico rarissimo. Molti romanzi vengono pubblicati nei giornali- romanzi d'appendice a puntate, un pezzo di volta sul giornale.

III. Qualche considerazione sul lessico: come nascono le parole italiane?

Si può studiare l'evoluzione della lingua italiana attraverso i giornali- una semplificazione della lingua. Per esempio, i prefissi s- fortunato. Dalla piccola pubblicità nasce prefissoidi. Auto = me stesso. Una 'macchina automobile' è una macchina che muove da solo. 'Automobile' è aggettivo che viene diviso e diventa 'auto'. Dopo, diventa un prefissoide attaccato ad altre forme, con un significato diverso da 'se stesso': 'autostrada' o 'autorimessa'. "Automobile omnibus' è un mezzo di trasporto per tutti, ma diventa 'autobus'; a Perugia "autobus taxi' diventa 'buxi' che è meno ingombranti dei autobus. Le sigle- acrostici anche formano nuove parole: i 'pcini' i dsini. Esempi di acrostici sono FIAT, PC, ACLI, USA, URSS, ONU, CEE, MEC, MCE, AIDS, ecc.

L'italiano viene dal latino ma con prestiti da lingue straniere. Tutto quello che viene dall'America viene filtrato dallo spagnolo: CACAO, CIOCCOLATO, CACTUS. Il Diario di Francesco Carletti, mercante di Firenze e grande viaggiatore e curioso, catturato dai pirati olandesi (1598) scritto al gran Duca di Toscana, ha tante nuove parole dei prodotti americani. 'Marmellata' viene dallo portoghese. ‘Zuppa inglese' è di Perugia, è un budino di latte dove non c'è né la panna né il burro, né niente da fare con l'Inghilterra.

Però, il latino non è scomparso. Sempre si ricorre al latino e al greco e l'italiano sempre dipende da queste lingue. Ci sono due vie di discendenza dal latino- la via classica, diretta e la neo-classica o indiretta, per formare quelle voci chiamate neo- latinisimi o parole dotte. La chiesa è il maggiore impulso alle forme latineggianti.

La stampa sotto la censura. L'imprimatur' è i permesso di stampa per un'opera con niente contro la chiesa. L'incipit è l'inizio del testo, opposto all'explicit. Il ' giudice alattere' (di lato) è seduto a lato ed è qualunque persona appoggiata a un'altra. Il QUORUM viene da 'quorum duos volumis esse' -noi vogliamo che voi siate due di essi. Sono due persone note per la loro onestà e moralità. 'AD USUM DELFINI'- il delfino deve leggere e sono libri facili adattati a modo del lettore. L'ULTIMA RATIO è l'ultimo sistema o l'ultimo tentativo.

La via classica di discendenza rappresenta una derivazione continuata- più vengono usate le parole, più cambiano. Ci sono varie famiglie di parole, basate su una parola fondamentale. Alcuni esempi di trasformazione: 1. au > o; 2. la caduta della vocale postonica oculum> occhio 3. la semplificazione consonantica mensem> mese; 4. pl-> pi e cl > chi

parola latina

parola derivata parola colta
mensem mese mensile
mulierem mugli> moglie (Toscana)
mugliera (nel meridione)
muliebre
dominale domna> donna
madonna (mia signa. provenzale)
 
dominum don domicellus> donzello (disusata)  
patrum padre> padrone  
avis (ucello) avicellus (piccolo)> aucellus>uccello avicola (azienda avicola)
episcopum piscopus> vescovo, vescovile, vescovato (l’edificio) episcopate, episcopato (il periodo)
cristo chrètien> cretino cristiano
hospitem oste (che fa pagare)
ospite (che non paga)
 
(cubicola) hospitalia ostel, ospedale (ricoveri privati pero il popole che pellegrina)  
iustitiam giustezza (nessuno la usa) giustizia
faucem (bocca di leone) foce (la parte finale del fiume) fauci (bocca) rifocilare (riempire)
equus (cavallo) SCOMPARSO- buco equino, equitazione
caballus (cavallo da lavoro) cavallo, cavaliere se fai l’equitazione, sei cavaliere, ma vai a cavallo


Il lessico scientifico

All'inizio del 1500 vari studiosi decisero di far prevalere un volgare più degli altri- il fiorentino, che aveva più opere scritte ed autori prestigiosi come Boccaccio, Petrarca e Dante. Il vocabolario risale dal trecento ma aveva una grandissima fetta di lessico vuota. Tutti i volgari tranne il fiorentino diventano dialetti. Nel cinquecento e nel seicento con la grandissima attività scientifica, il serbatoio per il lessico fu il latino. Paolo Sarpi, storico del Concilio di Trento scrisse una lettera aperta che diceva che l'uso del latino era uno strumento per sottomettere il popolo che non lo capiva. Ma il latino era ed è la fonte per tante parole degli inventi commerciali ed tecnologici.

Sostantivi nati da verbi: LAVABO (futuro indicativo di LAVAVE) viene dal latino ecclesiastico; VAGLIA (congiuntivo di VALERE) è una lettera di cambio; VETO (di VETARE). Prima del cinquecento, CATINI, CONCA era 'il lavandino '. CANOCCHIALI è la lumaca e CHIOCCIOLE sono scale.

Per i nuovi inventi, si usa una mescolanza di forme greche e latine.
TELE(prefissoide che significa veloce, lontano) + SCOPIO (suffissoide che vuole dire VEDERE) danno origine a una nuova cosa.
TELE + VISIONE, una forma greca + altra latina. TELE, come AUTO, viene usato in TELEUTENTE, TELEABBONATO, TELEVIDEO.

Lessico dai toponimi
GORGONZOLA, PARMIGGIANA, LAMBRETTA. LAMBRETTA, una motocicletta con parabrezza, antenata della Vespa, ha il suo nome dal fiume Lambro.

Lessico di nome di persone
La MARGHERITA, moglie di Umberto, che quando visitò Napoli, se le fece una pizza patriottica di tre colori per onorarla. Una SAVONAROLA è una sedia senza spalliera- il nome viene da Girolamo Savonarola, arso vivo nel 1492 per eresia. MONGOLFIÈRE e STRADAVARI sono nomi che ricordano l'inventore. Il bagno Maria si chiama così per ricordare un'alchimista strega. Una guida è un Cicerone perché sa tutto. MECENATE era l'amico ricco di Ottaviano che finanziava i poeti. AGRIPPINA era la madre di Nerone ed il nome di un divano. VESPASIANO, imperatore, e nome di u bagno pubblico.

I film di Fellini danno i termini I VITELLONI e LA DOLCE VITA. Dal romanzo I promessi sposa, PERPETUA è la donna che vive a casa del prete.

Dalla geografia vengono le voci: BIKINI, PERSIANI (le portele della finestra); MANTOVANI (la tela che copre la finestra). La SARACENESCA è la porta che chiude il garage.

NUTELLA ed ASPIRINA sono nomi propri che diventano nomi comuni e surrogati.

CIAO viene da SCHIAVO- SLAVO. Gli slavi da Slovenia erano i più amati. ‘Servus’ era SLAVO che diventa SCHIAVO TUO. CIAO è la pronuncia veneta.

Personaggi dalla Bibbia e dalla mitologia.
MATUSALEMME è il più vecchio e BENIAMINO è il più amato della casa. NARCICISMO, amore di se stesso, viene da Narciso. Qualcosa ermetica è molto chiusa, ricorda il dio Ermes.

I Greci chiamavano l'Italia "Enotria", terra di vino. La parte sud-orientale della penisola si chiamava VITELLUS da VITELLU che significava 'vitello'. Non si sa se i greci avevano tolto la 'v'.

Come nascono i cognomi?

La formula onomastica latina:
PRAENOMEN (il nome) + GENS(nome della famiglia) + SOPRANNOME (può essere di un antenato). Per esempio, Marco Tullo Cicerone. Quando la cosa diventava complicata, interveniva il soprannome, per esempio, Cicerone distingue 2 Marco Tullio.

Il padre aveva la patria potestas ed il patronimico veniva dal genitivo singolare di un nome, per esempio Maria figlia di Filippo, o Maria di(de) Filippo o Maria Filippi (genitivo della seconda declinazione singolare). Esiste anche il matronimico di una signora il cui figlio non ha padre conosciuto: Giovanni di Maria, Giovanni della Maria. Si usa sempre il nome della madre perché non c'erano il genitivo matronimico. Nel medioevo questa distinzione è più forte. Giovanni della Bella- cognome nato dal soprannome della madre

I cognomi dei bambini abbandonati

A Via Baglioni, Perugia, c'è una chiesa con uno sportellino nella mura con una ruota dove si lasciavano i neonati non desiderati. Il bambino entrava nel convento e non si vedeva chi aveva lasciato il bambino. I bambini, confidati alla chiesa non avevano nomi, e se gli chiamavano ESPOSITO, dal verbo esporre, perché erano degli esposti o alla pubblica carità. Anche il cognome ALUNNI viene da ALERE o 'nutrire'. L'affidamento ad una pubblica istituzione anche inspirava il cognome SPERANDIO (verbo + Dio). I contadini portavano questi bambini in campagna per lavorare.

La qualità dei genitori come fonte di cognomi

Le caratteristiche fisiche: MORI (scuri); NERI, BRUNI, ROSSI, BIONDI, VERDI, ALTI, BASSI, LUNGHI, BELLI (a volte preso in giro).

Le professioni: FABBRI, MEDICI, CAPITANI, SOLDATI, DEL SOLDATO.

Difetti fisici: SORDI, ZOPPI, ZAPPELLI.

Altri cognomi: CECI: mangiatore di ceci; FEDI: gente fedelissima; MARCHESE; CONTI; PRINCIPI; ABBRACCIAVACCA; RUSSO (il colore nel Sud); LATORRE (un antenato possedeva una torre)

Alcuni nascono dal peccato dei genitori (cognomi cattivi): BISCIO (il bambino senza padre); DEL BISCIO; LAMORTE; GIUDA; SPACCILFICO; LOPRETE; DELLAMONACA

Gli ebrei prendevano i cognomi di città: SIENA, ORVIETO, PERUGIA. SERVADIO è d'origine ebraica.

Esempi di cognomi:
MORI (caratteristica fisica)
TOMASSI: figlio di Tomasso
PRUMMO- dal Meridione con semplificazione del gruppo MB PRUMBO> PRUMMO
TORTOLANO: una città che faceva grandi torte
SALVARANI: le ranocchie
IACOVONE: IACOVO + ONE (accrescitivo)
STRA(molto, extra) + MACCIONE
ALCINI:
MARGHERITTI: incoronato
CHIACCHELLA: una che parla molto

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appunti presi da Juan A. Thomas, Perugia, 2004, 2005, 2006

 

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Juan A. Thomas, Ph.D.

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Associate Professor of Spanish, Chairman of the Foreign Language Department
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